Il Trekking dal punto di vista dell’Asino 4 438
Pubblicato da Conny
23 febbraio 2023
Quando si parla di asini, il primo pensiero è quello di un animale mite, adatto ad attività con bambini e pet therapy. Oppure è visto come l’animale storico da lavoro e da soma, testardo ma tenace.
L’escursionismo someggiato invece, o trekking con gli asini, è un’attività ancora un po’ di nicchia, ma con un continuo incremento negli ultimi anni. C’è un interesse crescente verso quel tipo di attività, forse dovuto al nostro desiderio di fuggire dalla quotidianità sempre più frenetica e di dedicarci al turismo slow. In effetti camminare con un asino vuol dire adattarsi al suo ritmo, farsi rallentare ed indirizzare l’attenzione a quello che è intorno e vicino a noi.
Essendo un animale da preda che ha le sue origini nei deserti africani, sta molto attento a quello che lo circonda. Spesso in camminata si ferma all’improvviso, raddrizzando le orecchie, con lo sguardo fisso su un punto in lontananza. A noi può sembrare testardaggine, ma in realtà è prudenza perché ha visto qualcosa che per lui potrebbe rappresentare un pericolo. Dopo ci accorgiamo di un cane, un coniglio o un capriolo nel lontano bosco che senza la sua attenzione non avremmo mai scorto. E ci stupiamo della sua calma, che invece di fuggire è rimasto lì fermo a considerare il da farsi, per poi riprendere il cammino in tranquillità.
Condurre un asino in passeggiata vuol dire anche prescindere dalla nostra vista antropocentrica. E’ una collaborazione tra le specie, una società al 49/51%. Lui con la sua pazienza ci porta lo zaino con le nostre bibite ed attrezzature da picnic, ma si aspetta da noi di essere brave guide e rispettare le sue esigenze. La comunicazione con lui avviene prevalentemente tramite il linguaggio del corpo. Con il tempo possiamo imparare da lui, a capirlo e vice versa a farci capire, convincendolo a seguirci sul nostro percorso. Può essere una vera e proprio terapia, a lungo andare, che ci insegna a correggere il nostro portamento...e a breve è semplicemente un bel modo di trascorrere del tempo in simpatica compagnia, fuori dal luogo comune.
Per concludere alcuni accorgimenti e consigli pratici per le escursioni someggiate:
Prima di partire è consigliato farsi fare una breve introduzione alla conduzione dell’asino, in quanto si potrebbero attraversare strade pubbliche con circolazione di macchine.
L’asino ovviamente dovrebbe avere un minimo di addestramento ed essere abituato a fare passeggiate. Nel caso ideale, soprattutto quando deve portare dei pesi, l’asino ha più di quattro anni che per lui è il raggiungimento dell’età adulta, è in buona salute e ha gli zoccoli curati (non ferrati).
L’età minima per poter condurre un animale da soma o da sella al di fuori delle proprietà private è di quattordici anni. Il conducente deve essere idoneo per requisiti fisici e psichici. (Codice della strada art.115, sono intese come strade anche i sentieri.)
Sono consigliate scarpe da trekking non troppo leggere, ed in camminata di tenere sempre circa un mezzo metro di distanza tra noi e l’asino. Perché se ci pesta il piede fa male…
Mai avvolgere la lunghina intorno alla mano come se fosse il guinzaglio di un cane! Se per qualsiasi motivo dovrebbe partire di corsa ci tracina dietro!
Infine, vorrei rompere con uno stereotipo: carote, mele e pane non fanno bene all'asino! Sono come per noi i cioccolatini e le caramelle, vanno consumati con molta parsimonia!
E con questo: Buon cammino a sei zampe!